Health Technology Assessment del vaccino antinfluenzale quadrivalente FLU-QIV (Fluarix Tetra®)

Anno: 2015 - Vol: 4 - Num. 5

Flavia Kheiraoui, Chiara Cadeddu, Gianluigi Quaranta, Andrea Poscia, Matteo Raponi, Chiara de Waure, Sara Boccalini, Elettra Pellegrino, Irene Bellini, Luca Pieri, Angela Bechini, Paolo Bonanni, Marco Barbieri, Stefano Castagna, Josè Lapinet, Giorgio Marinello, Roberta Tosatto, Rosaria Silvestri

ELEMENTI CHIAVE

  • L’influenza è una malattia infettiva causata da un virus che colpisce le vie aeree (naso, gola e polmoni). Poiché il virus si trasmette con molta facilità, attraverso le goccioline di muco e di saliva, l’infezione è molto contagiosa e può essere trasmessa sia direttamente (tosse, starnuti, colloquio a distanza molto ravvicinata) che indirettamente (dispersione delle goccioline e delle secrezioni su oggetti e superfici). I virus influenzali hanno un elevato grado di instabilità genetica e questo determina la comparsa continua di varianti con potere epidemico e/o pandemico.
  • In Italia, nella stagione 2012-2013, il sistema di sorveglianza InfluNet ha stimato 6.172.000 casi di sindrome influenzale (Influenza Like Illness,di seguito ILI). Questo equivale a dire che il 10,5% della popolazione è stato interessato dalla problematica. Nelle ultime dieci stagioni influenzali la fascia di età maggiormente colpita è risultata quella dei bambini da 0 a 4 anni di età. L’influenza è responsabile di complicanze a carico dell’apparato respiratorio, del sistema nervoso centrale, del cuore e dei reni. Il tasso di ospedalizzazione varia in funzione dell’età e aumenta nelle stagioni influenzali con predominanza del virus A H3N2, seguite da quelle con circolazione prevalente del virus B. Tra le complicanze, le infezioni del tratto respiratorio inferiore, che colpiscono prevalentemente i bambini al di sotto dei 5 anni di età, sono particolarmente rilevanti.
  • L’influenza, inoltre, si rende responsabile di un eccesso di mortalità quantificabile, in Europa, in 38.500 decessi in media ogni anno.
  • Nell’uomo i ceppi virali responsabili dell’influenza sono due, A e B. Il virus di tipo A circola attualmente nell’uomo con due sottotipi, H1N1 e H3N2. Il virus di tipo B non possiede sottotipi, ma comprende due lineages con corredo antigenico distinto: Yamagata e Victoria. Nonostante, in generale, il virus A circoli in Europa maggiormente rispetto al virus B, i dati delle stagioni influenzali dal 2003-2004 al 2012-2013 riportano che il virus B è stato dominante (60%) nella stagione 2005-2006 e che in altre tre stagioni vi è stata co-circolazione di entrambi i virus con una rilevante prevalenza di virus B (39% nella stagione 2007-2008, 29% nella stagione 2010-2011 e 37% nella stagione 2012-2013). Entrambi i lineages Victoria e Yamagata hanno circolato in Europa durante le dieci stagioni menzionate con distribuzioni variabili a seconda della stagione.
  • Per quanto riguarda i dati italiani delle stagioni dal 2003-2004 al 2012-2013, in cinque di queste vi è stata una maggiore prevalenza del virus A; tuttavia i due virus hanno co-circolato nelle stagioni 2007-2008 (52,3% A versus 47,7% B), e in quella del 2010-2011 (72,6% A versus 27,4% B), mentre nella stagione 2012-2013 ha circolato maggiormente il virus influenzale B (42,2% A versus 57,8% B). I dati relativi alla distribuzione dei due lineages Victoria e Yamagata in Italia non sono rilevati e riportati dal sistema di sorveglianza InfluNET, tuttavia sono disponibili dati provenienti da rilevazioni regionali che riportano lo stesso andamento europeo, evidenziando in diverse stagioni la co-circolazione di entrambi i lineages B.
  • La co-circolazione dei due lineages B Victoria e Yamagata nella stessa stagione influenzale, insieme alla possibile non corretta previsione del ceppo virale B da includere nel vaccino, ha determinato nell’ultimo decennio un livello variabile di mismatch B ovvero di non corrispondenza tra il ceppo B contenuto nel vaccino e quello che ciascun anno causa la maggioranza delle infezioni e il conseguente carico di malattia. Tale fenomeno è stato registrato in Europa in quattro su otto stagioni tra il 2003-2004 e il 2010-2011. Per quanto riguarda l’Italia, in Liguria il mismatch si è verificato in cinque su dieci stagioni (dalla stagione 2001-2002 alla stagione 2010-2011) mentre in Lombardia in quattro delle stagioni comprese tra il 2004-2005 e il 2012-2013.
  • In Italia, come raccomandato nel Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2012-2014 e nella circolare annuale del Ministero della Salute, i principali destinatari dell’offerta della vaccinazione antinfluenzale sono i soggetti di età pari o superiore a 65 anni e i bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti fino a 65 anni affetti da patologie (es. patologie croniche, tumori, patologie per i quali sono programmati importanti interventi chirurgici) o in condizioni che aumentano il rischio di complicanze in corso di influenza (es. donne nel 2° o 3° mese di gravidanza). Per queste categorie e per particolari gruppi di lavoratori, il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) garantisce la gratuità dei vaccini antinfluenzali. Il PNPV indica inoltre i seguenti obiettivi di copertura vaccinale: 75% come obiettivo minimo perseguibile e 95% come obiettivo ottimale tanto nei soggetti ≥ 65 anni che nei gruppi a rischio.
  • Fino alla stagione 2013-2014, i vaccini antinfluenzali disponibili in commercio in Italia erano trivalenti, ovvero contenevano gli antigeni dei due sottotipi del virus influenzale A (H1N1 e H3N2) e un solo un antigene del ceppo B. La presenza di un solo ceppo B all’interno dei vaccini trivalenti non consente di ottenere sempre protezione nei confronti del lineage B circolante, limitando l’efficacia del vaccino.
  • Il vaccino trivalente inattivato (TIV) ha mostrato, nei bambini sani, un’efficacia compresa tra il 59% e il 65% nei confronti dei casi di influenza confermati in laboratorio (LCC) e tra il 33% e il 45% per quelli confermati clinicamente (CCC). Negli adulti, l’efficacia è risultata variabile tra il 59% e il 67%, considerando l’outcome LCC. Infine, nei soggetti ≥ 65 anni, il vaccino ha mostrato un’efficacia del 58% (IC95% 34-73%) sempre nei confronti dei LCC.
  • In relazione al profilo di sicurezza, le reazioni avverse ai vaccini antinfluenzali, sia locali che sistemiche, si sono dimostrate di scarsa rilevanza clinica. Gli eventi avversi più frequenti sono: febbre, cefalea, eritema, orticaria, reazioni locali.
  • Alla luce delle modificate condizioni epidemiologiche dei virus influenzali che, a partire dal 2000, vedono la co-circolazione di entrambi i lineages B, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e altre autorità scientifiche, tra cui quelle europee, hanno espresso dal 2012 la necessità di un vaccino quadrivalente al fine di superare i problemi legati alla mancata protezione verso i virus influenzali B non presenti nel vaccino, ma circolanti, che rappresentano un rischio effettivo per le popolazioni vulnerabili. Si è reso, pertanto, necessario un miglioramento dei vaccini antinfluenzali, ovvero l’inserimento dei due ceppi B all’interno di essi.
  • In linea con le raccomandazioni dell’OMS sull’uso del vaccino quadrivalente, FLU-QIV (nome commerciale Fluarix Tetra®) è il primo vaccino antinfluenzale quadrivalente che, rispetto al vaccino trivalente, contiene i due sottotipi di virus A ed entrambi i lineages di virus B. L’ampio programma di sviluppo clinico del vaccino quadrivalente FLU-QIV ha dimostrato che l’aggiunta di un secondo lineage B non genera interferenze immunologiche con gli altri tre ceppi virali, sia nei bambini, sia negli adulti, sia negli anziani. Infatti, il vaccino quadrivalente è risultato non inferiore dal punto di vista immunogenico al vaccino trivalente per i tre ceppi in comune e ha prodotto una risposta immune superiore rispetto al ceppo B addizionale. Il profilo di sicurezza e reattogenicità è risultato, inoltre, sovrapponibile a quello dei vaccini trivalenti con i quali è stato confrontato.
  • Attraverso un modello di Markov multicoorte, deterministico e statico, sono stati comparati i costi e gli effetti della strategia di vaccinazione antinfluenzale con il vaccino quadrivalente rispetto a quelli della vaccinazione con vaccino trivalente, nel contesto italiano. L’analisi è stata condotta secondo la prospettiva del SSN considerando la coorte dell’intera popolazione italiana, stratificata per gruppi di età e livello di rischio, in un orizzonte temporale lifetime. Il modello è stato alimentato con i dati demografici ed epidemiologici italiani mentre per i dati di efficacia sono stati considerati i risultati derivanti dalle meta-analisi pubblicate. Per il trivalente è stato utilizzato un prezzo pari a €6,15 (derivante dalla media di prezzo ponderata per i volumi di trivalenteadiuvati e non-adiuvati) mentre per il vaccino quadrivalente è stato considerato un prezzo di €11,08.
  • Nel caso base del modello di costoefficacia, si è stimato che l’uso del vaccino antinfluenzale quadrivalente porterebbe a una riduzione rispetto alla vaccinazione con il trivalente di 1.413.887 casi d’influenza, 169.638 complicanze (di cui 41.862 trattate in ospedale mentre il restante 127.776 a livello ambulatoriale) e 20.905 morti, considerando tutta la popolazione italiana e un orizzonte temporale lifetime. Il rapporto incrementale di costo-efficacia è risultato pari a 18.883 €/QALY, al di sotto del valore soglia di riferimento (50.000 €/QALY), e € 17.958 per anno di vita guadagnato. Tali risultati si sono mostrati robusti in seguito a variazioni dei parametri del modello, come riportato nell’analisi di sensibilità.
  • Alla luce di questi risultati è possibile affermare che, in linea con quanto raccomandato dal OMS, il vaccino FLUQIV è in grado di superare i limiti degli attuali vaccini antinfluenzali trivalenti garantendo analoga protezione verso l’influenza A e una protezione più ampia nei confronti dell’influenza B grazie al superamento del problema del B-mismatch totale o parziale. I benefici clinici aggiuntivi rispetto al vaccino trivalente, sommati al profilo favorevole del rapporto incrementale di costo-efficacia, ne fanno uno strumento rispondente agli attuali bisogni di sanità pubblica.