Health Technology Assessment della vaccinazione contro Meningococco B

Anno: 2013 - Vol: 2 - Num. 13

Maria Luisa di Pietro, Stefano Capri, Flavia Kheiraoui, Chiara deWaure, GianluigiQuaranta, Andrea Poscia, Maria Lucia Specchia, Maria Assunta Veneziano, Francesco Di Nardo, Chiara Cadeddu, Emanuela Lovato, AnnaMaria Ferriero, Agostino Mancuso, Alessandro Miglietta, Monika Delon, Mufida Alicevjc, Giuseppe La Torre, Simona Fantoni, Alessia Bianchi

Elementi chiave per il processo decisionale

  • L’incidenza della malattie invasive da N. meningitidis presenta importanti eterogeneità in Europa. Il tasso di notifica della meningite meningococcica - la più comune forma di malattia invasiva causata dal patogeno - è risultato, a livello europeo, pari a 0,73 per 100.000 nel 2010, in riduzione rispetto agli anni precedenti. I soggetti di età inferiore ai 5 anni rappresentano la classe a maggior rischio con un tasso di incidenza pari a 5,95 per 100.000, seguita dagli adolescenti di età compresa tra 15 e 19 anni con un tasso di 1,22 per 100.000. Il sierogruppo B risulta responsabile del maggior numero di infezioni.
  • In Italia, l’incidenza di meningite meningococcica nel periodo 2007- 2012 è risultata in media di 0,28 casi per 100.000 per anno; essa raggiunge tuttavia valori di 3,44 casi per 100.000 nei bambini con età < 1 anno e di 1,29 per 100.000 in coloro con età compresa tra 1 e 4 anni. Tra i casi tipizzati, il 58,8% risulta imputabile al sierogruppo B. Ne risulta che l’incidenza media delle infezioni da N. meningitidis B è risultata, sempre nel periodo 2007- 2012, pari a 0,13 per 100.000 per anno contro lo 0,06 per 100.000 delle infezioni da N. meningitidis C.
  • Con riferimento al rischio di decesso e alle sequele, si può assumere che la letalità dei casi imputabili al sierogruppo B sia pari al 9% e che, stando ai dati più aggiornati sull’argomento, l’1,5% dei soggetti vada incontro a necrosi cutanee, il 2,4-3,4% ad artrite, il 2% ad amputazioni, il 2% a perdita totale dell’udito, il 3,8% a problemi di linguaggio, lo 0,4% a cecità, il 2-5,1% a convulsioni/epilessia e fino a oltre il 20% a problemi cognitivi.
  • Il 14 Gennaio 2013 la Commissione Europea ha autorizzato l’immissione sul mercato del vaccino contro N. meningitidis B . L’autorizzazione alla commercializzazione è stata in seguito ufficializzata anche dall’Agenzia Italiana del Farmaco con l’inserimento in Gazzetta Ufficiale. Lo sviluppo del vaccino si è rivelata una sfida difficile: come conseguenza della mancanza di un antigene capsulare utilizzabile si è posta, infatti, la necessità di individuare antigeni proteici. Il vaccino MenB è stato, quindi, ottenuto con la metodologia della reverse vaccinology e si compone di quattro antigeni (fHbp, NadA, NHBA e OMV) scelti sulla base di precise caratteristiche, quali l’esposizione sulla superficie del batterio e l’induzione di anticorpi battericidi. La scelta di utilizzare più componenti è stata motivata dall’alta variabilità antigenica e genetica del sierogruppo B: nessun antigene è, infatti, universalmente presente in tutti i sottotipi.
  • Gli studi clinici hanno dimostrato che in un’elevata percentuale di soggetti vaccinati con la schedula a tre dosi, in particolare negli appartenenti alla fascia pediatrica, si ottiene una risposta anticorpale protettiva contro i componenti del vaccino MenB. La risposta anticorpale battericida a sei/ otto mesi dal ciclo di vaccinazione primaria persiste, ma la percentuale di soggetti con titolo protettivo si abbassa in particolare nei confronti degli antigeni NHBA e OMV. Ne consegue l’esigenza di una dose di richiamo a 12 mesi di età. È stato dimostrato, in base a un processo di tipizzazione chiamato MATS (Meningococcal Antigen Typing System), che la maggior parte dei ceppi di N. meningitidis B isolati in Europa, Nord America, Canada e Australia possiede un profilo antigenico che li rende suscettibili alla risposta anticorpale indotta dal vaccino. In Italia, la stima di copertura rilasciata dall’analisi MATS di 54 ceppi isolati nel biennio 2007-2008 è dell’87%. Di conseguenza si ritiene che l’implementazione dell’immunizzazione con il vaccino MenB possa ridurre i casi di malattia invasiva causata da N. meningitidis di sierogruppo B.
  • Tra i vaccini già impiegati in Italia per la prevenzione delle patologie da meningococco ritroviamo prodotti tetravalenti, ovvero diretti contro i sierogruppi ACWY, o monovalenti, ovvero diretti contro il solo sierogruppo C che, in frequenza, segue il sierogruppo B. In Italia il vaccino monovalente contro il sierogruppo C è attivamente offerto in somministrazione singola a 12-15 mesi. L’offerta attiva e gratuita è estesa anche agli adolescenti di 11-18 anni come azione di recupero. Inoltre, la Società Italiana di Igiene raccomanda il vaccino coniugato tetravalente per gli adolescenti (12-15 anni) e per tutti i soggetti a rischio, i militari di nuova assunzione e i viaggiatori in aree a rischio. Entrambi i vaccini sono stati dimostrati immunogeni e ben tollerati.
  • Neisseria meningitidis è la causa maggiore di meningite batterica e di setticemie fulminanti. A causa della rapidità del suo esordio, la malattia meningococcica è associata a mortalità significativa e a morbilità a lungo termine nonostante la disponibilità di antibiotici e di terapie intensive. La malattia può comportare anche gravi complicanze. La terapia consigliata è principalmente a base di penicilline o cefalosporine di terza generazione. Per quanto riguarda l’efficacia, non è emersa alcuna differenza statisticamente significativa tra la terapia tradizionale (penicilline) e quella a base di cefalosporine di terza generazione in relazione al rischio di morte, di ipoacusia neurosensoriale grave o al fallimento della terapia. La chemioprofilassi a base di ciprofloxacina, ceftriaxone o penicillina dovrebbe essere riservata esclusivamente ai contatti stretti del paziente.
  • I costi associati a un caso di meningite risultano considerevoli, specie in presenza di sequelae gravi. Dalle evidenze scientifiche italiane emerge che il costo complessivo di un caso di meningite senza sequelae è pari, in un anno, a €7.610 e si compone, per il 78,3%, di costi diretti a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e, per il rimanente, di costi indiretti dovuti a perdite di produzione per assenze dal lavoro dei familiari. Il costo, in caso di sequelae, può quintuplicarsi arrivando a €42.888 per paziente.
  • L’analisi economica, condotta dalla prospettiva sia del SSN che della società, è stata effettuata ipotizzando la somministrazione del vaccino nella schedula 3+1 è ha considerato la coorte di soggetti con età inferiore a 1 anno in un orizzonte temporale lifetime.
  • L’analisi ha dimostrato che il vaccino , ad un prezzo di acquisizione di €60 è costo efficace negli scenari con: tasso di sconto pari a 1,5% sia per i costi che per gli outcomes, tasso di scontro del 3% per i costi e dell’1,5% per gli outcomes e nel caso in cui non venga applicato nessun tasso di sconto, quando si consideri la prospettiva della società. E’ costo efficace negli scenari con tasso di sconto pari a 1,5% sia per i costi che per gli outcomes e nel in cui non venga applicato nessun tasso di sconto anche nella prospettiva del SSN. Negli altri scenari risulta costo efficace se il prezzo scende, a seconda dello scenario considerato, a valori al di sotto del prezzo di acquisizione di €60.
  • Il vaccino è indicato in soggetti di età pari o superiore a 2 mesi. In particolare è utilizzabile nei bambini di età compresa tra 2 e 5 mesi (3 iniezioni a intervalli di almeno un mese), nei bambini tra 6 mesi e 2 anni di età (due iniezioni con un intervallo di almeno due mesi), negli adulti e negli adolescenti a partire da 11 anni (2 iniezioni con un intervallo tra le dosi di almeno 1 mese). Ci sono diverse possibilità di inserimento del vaccino nel calendario di immunizzazione pediatrica: una schedula intercalata con sedute dedicate per il vaccino contro MenB intervallate di 15 giorni rispetto alle sedute di routine oppure una schedula concomitante nella quale il vaccino MenB venga somministrato al 3° e 5° mese insieme ai vaccini di routine e al 7° mese come iniezione singola. Per entrambe, la dose booster di vaccino è da somministrarsi sopra l’anno di età (13°-15° mese), come da scheda tecnica.
  • Il Pediatra di Libera Scelta (PLS) e il Medico di Medicina Generale (MMG), quest’ultimo per la vaccinazione degli adolescenti, ricoprono un ruolo chiave per la promozione della cultura vaccinale, avendo il compito di informare i genitori, rispondere alle domande, aumentare le conoscenze, modificare le false convinzioni.
  • Altri elementi centrali dell’introduzione della vaccinazione sono rappresentati: dalla prevenzione e dal controllo degli eventi avversi al fine di mantenere la fiducia nei vaccini da parte della popolazione; dalla creazione di anagrafi vaccinali informatizzate, che rappresentano un elemento chiave per aumentare le coperture vaccinali e garantire la chiamata attiva, il sollecito e i sistemi di promemoria per gli operatori sanitari. Infine, un altro aspetto rilevante è quello dell’empowerment del cittadino e della comunità, da realizzarsi con specifici programmi di formazione, rivolti sia ai cittadini che agli operatori sanitari. Una corretta comunicazione, che aumenti la fiducia da parte dei cittadini, implica l’illustrazione sia dei benefici che dei rischi connessi alla vaccinazione, nonché dei rischi connessi alla non adesione alla vaccinazione o al ritardo della stessa.
  • Da un punto di vista etico, il vaccino MenB sembra offrire garanzia di un rapporto favorevole tra rischi e benefici, anche se è necessario vigilare in modo adeguato su eventuali eventi avversi soprattutto nel caso in cui venga somministrato contemporaneamente alle vaccinazioni di routine a causa della maggiore reattività. Il vaccino risponde anche ai criteri di un’equa allocazione delle risorse sanitarie. Centrale rimane un’adeguata formazione e comunicazione nei confronti dei genitori.